Milanese, intraprendente, Pietro Sada é soprattutto buongustaio. Nella sua bottega di gastronomia a Milano, vendeva un lesso di carne talmente apprezzato da non riuscire sempre ad accontentare tutti i suoi clienti. La storia della carne Simmenthal inizia proprio da qui, da questa piccola bottega gastronomica. Proprio per sopperire alle richieste, il signor Pietro studiò nuovi processi di conservazione
e mise la sua famosa carne in una scatola. Era il 1881, e come è facile immaginare l’idea era troppo innovativa per i tempi, ci volle un evento di grande risonanza per l’epoca per far uscire la carne in scatola da quella sua connotazione di strambo prodotto moderno. L’occasione si presentò quando lo svizzero Gondrand effettuò la prima trasvolata delle Alpi in mongolfi era e Sada gli offrì come parte dell’equipaggiamento il bollito in scatola; questo primo esempio di sponsorizzazione fu un grande successo. Ed è a questo punto che si pensò di dare un nome alla scatola e di produrla in ben altre quantità. Fu il fi glio di Pietro Sada, Gino Alfonso, a fondare nel 1923 la Simmenthal ispirandosi alla razza bovina della valle di Simmen in Svizzera e fu sempre lui in seguito ad iniziare la produzione di carne in gelatina in uno stabilimento a Monza, introducendo mano a mano nuove tecniche produttive e di commercializzazione. Negli anni ’30 e ’40 l’azienda si amplia arrivando a produrre 25.000 scatolette al giorno. E se la seconda guerra mondiale da una parte frena questo
sviluppo, dall’altra accresce la popolarità della carne in scatola: le razioni militari lasciate dall’esercito alleato, convincono gli italiani della praticità e bontà di questo prodotto. La Simmenthal ha obiettivi ambiziosi e nel 1951 inaugura un nuovo stabilimento ad Aprilia (Latina). Quella degli ultimi anni è una storia che conosciamo.
Nel 1979 la General Food (la futura Kraft Jacobs Suchard divenuta oggi Kraft Foods Italia) entra con una quota di minoranza nell’azienda, in seguito, negli anni ’90, l’assorbe totalmente. Anche la comunicazione svolge un ruolo importante nello sviluppo della Simmenthal, procedendo di pari passo con l’evoluzione dello sport e dei costumi. Come le sponsorizzazioni dei Giri di Francia e d’Italia nell’epoca d’oro del ciclismo, la sponsorizzazione della squadra di calcio di Monza, il cui stadio è dedicato a Piero Sada e per fi nire chi non si ricorda la gloriosa squadra di basket, la Simmenthal degli anni d’oro. Oggi la carne Simmenthal è leader di mercato, ma quello che Pietro Sada non avrebbe mai immaginato è che nel giro di qualche decennio la scatoletta rossa sarebbe stata presente non solo nelle dispense di gran parte degli italiani e all’estero ma anche nel vissuto e nei ricordi di intere generazioni, conquistandosi a pieno diritto un posto nell’immaginario collettivo come la Vespa e la pasta e fagioli.

La gelatina rende particolare il prodotto in termini sensoriali, non semplicemente dal punto di vista gustativo ma soprattutto tattile; il colore della carne all’apertura del prodotto trasmette una sensazione positiva di prodotto cotto al punto giusto, invitante.

Il fatto stesso di creare un cilindro in cui la carne mantiene la forma grazie alla gelatina sarebbe per l’epoca una operazione di Food Design di grande rilievo. La ricerca svolta nel tempo dal prodotto per consentire tipologie di apertura sempre all’avanguardia ne fa uno dei simboli di questa disciplina.
Chi non ricorda la classica apertura a chiavetta sul perimetro della superfi cie del cilindro che apriva il prodotto senza bisogno dell’apriscatole...